Un emangioma infantile è una forma tumorale benigna tra le più diffuse in neonati e lattanti, rappresenta una problematica da non sottovalutare e richiede un’attenta e scrupolosa valutazione da chi ha le competenze per riconoscerlo e classificarlo nel modo più corretto.
Quando si manifesta un emangioma infantile?
Questo tipo di anomalia vascolare si presenta più raramente alla nascita, sotto forma di precursore, mentre può svilupparsi più frequentemente nelle prime settimane di vita del neonato e crescere anche in modo considerevole nei mesi successivi.
Un Emangioma Infantile può essere pericoloso?
I genitori devono aver chiaro che lesioni di modeste dimensioni o apparentemente insignificanti intorno al primo mese di vita possono successivamente crescere in maniera esplosiva. Questo elemento non deve creare allarmismo ingiustificato, ma suggerisce l’importanza di riferirsi al pediatra di famiglia il quale, attraverso strumenti come l’indice di valutazione iHRES, deve capire quali di queste lesioni inviare al centro specializzato in tempi rapidi.
Esistono, inoltre, alcuni emangiomi infantili associati a quadri complessi, come ad esempio la sindrome PHACES, che necessitano di una serie di esami di approfondimento.
Quando rivolgersi allo specialista?
“La chiave per un corretto inquadramento della patologia sta nella sinergia tra genitori, pediatra di famiglia e medico specializzato” dice il dott. Cesare Filippeschi (Firenze).
“Nella nostra esperienza, abbiamo visto che gli emangiomi infantili per cui è necessaria la terapia farmacologica rispondono in modo tanto migliore quanto più precocemente ha inizio il trattamento”.
Come si tratta un Emangioma Infantile?
Secondo le attuali linee guida, il trattamento di elezione per gli emangiomi infantili è farmacologico e richiede il ricorso al propranololo, un beta-bloccante già conosciuto in passato per il trattamento dell’ipertensione. Tale farmaco, contrastando la proliferazione vascolare, ha fornito ottimi risultati in termini di efficacia e sicurezza.
Dove trattare un Emangioma Infantile?
“In ultima istanza, occorre potenziare la rete che unisce i vari centri di riferimento sul territorio nazionale”, conclude Filippeschi. “Così si eviterebbero ai bambini, e ai loro genitori, difficoltosi e inutili spostamenti verso regioni lontane. Fortunatamente, esistono ottimi centri specializzati nella gestione degli emangiomi infantilisia al Nord che al Sud del Paese, perciò l’elemento cruciale è e resta quello di garantire la facilità di accesso alla terapia farmacologica in tutta Italia”.
FRAME, biblioteca educativa basata sul web di informazione medica, pubblica un video sugli emangiomi infantili contenenti le testimonianze di famiglie con bambini affetti da emangioma nei primi mesi di vita e alcune basilari indicazioni su quando e come è necessario intervenire.
Sul sito FRAME della Positive Exposure possono essere consultate anche altre risorse fotografiche e informative sull’Emangioma Infantile.
In questo breve video i genitori di bambini con emangiomi infantili (si sente spesso parlare di “angioma” nel video) raccontano le loro esperienze, illustrano il loro percorso e offrono qualche consiglio maturato dall’esperienza con questa patologia.
Trascrizione
Quando è nata mia figlia sinceramente quando mi hanno detto la parola “Emangioma” non sapevo neanche di che cosa stesse parlando, per me era una cosa veramente sconosciuta.
Siamo passati da “è un’irritazione dell’occhio” a “potrebbe essere qualche cosa di peggio”.
Mia figlia aveva un angioma enorme. E’ passata. E’ una bambina bellissima e, guarda, se la vedi adesso e la vedevi prima era una cosa…
Quanti anni hai? Qua… ttro. Virginia ha presentato i primi segni dell’angioma appena nata. Aveva una macchia scura sul labbro inferiore.
La dottoressa è sempre stata molto rassicurante ma altrettanto chiara sul fatto che sarebbe stato non uno sprint ma una maratona e quindi ci siamo subito, diciamo, attrezzati per affrontare questo percorso.
Qualcuno diceva “non vi preoccupate, andrà via da sola” e invece poi alla fine non è… anzi peggiorava sempre di più… non è così.
La pediatra appena l’ha visitata mi indirizzò al Buzzi, dove effettuammo la prima visita che aveva all’incirca 3 mesi.
Siamo venuti qua alla fondazione Milan per far la visita della bambina e da lì ci hanno effettivamente detto che la bambina non aveva più un problema dermatologico ma doveva eseguire dei trattamenti di chirurgia vascolare.
Io ero spaventatissima ma quando sono arrivata qua i dottori hanno parlato con me, la dottoressa ha parlato chiaro, ho visto altri genitori con lo stesso problema e… dovevo affrontarlo.
C’è stato un day hospital e poi comunque un follow up settimanale per poter tenere sotto controllo battito cardiaco, pressione.
Ogni mese venivamo qua per fargli fare elettrocardiogramma per vedere l’effetto cardiaco.
Tutti i mesi venivano controlli periodici e così con il passare del tempo ero più forte.
[bimba] Guarda, questa è una nuvola del temporale.
I pediatri dicevano: “ma sì, tanto passa, si assorbe nei primi due anni. Ma sì, tanto…”. Io dico di non sottovalutare, sono cose da far valutare a chi è del mestiere.
Ci sono genitori i cui bambini hanno un angioma ma non lo vogliono trattare. No, si deve venire al centro specializzato, parlare e vedere le cose che si devono fare, perché queste cose passano però si devono risolvere con il tempo.
Bisogna muoversi velocemente ma nel modo corretto. Bisogna avere pazienza, da un giorno all’altro non si sistema tutto.